Alta Via delle Valli di Lanzo
L’Alta Via delle Valli di Lanzo (AVL) è un itinerario per escursionisti esperti che attraversa le Alpi Graie Meridionali lungo il confine tra Italia e Francia, dalle pendici della Levanna Orientale al Rocciamelone. Lungo circa 47 km (52 con la variante per il Colle della Piccola), divisi in sei tappe, il percorso si sviluppa principalmente su sentieri segnalati, con qualche tratto esposto e condizioni alpine severe. Pur non richiedendo competenze alpinistiche avanzate, è classificato come EE (Escursionisti Esperti). È necessaria una preparazione adeguata, un’attrezzatura idonea e un buon allenamento fisico. Il percorso può essere iniziato da Forno Alpi Graie a nord o da Malciaussia a sud, con possibilità di interrompere il viaggio attraverso collegamenti a valle, soprattutto a metà tragitto al Pian della Mussa. I posti tappa sono nei rifugi estivi e alcuni bivacchi sempre aperti. Il periodo migliore per affrontare l’AVL va da fine giugno ai primi di settembre. I principali punti di partenza sono Borgata Forno Alpi Graie a nord, Malciaussia a sud e Pian della Mussa a metà tragitto, tutti a circa 60 km da Torino.
- timer3 ore e 30 minuti
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Da Forno Alpi Graie, nella piazzetta in fondo al paese, inizia sulla destra una larga strada sterrata, dopo il ponte che attraversa il Torrente Gura. Si continua sulla sponda destra orografica e si entra nel bosco (sentiero n. 315). Superata un’erta parete rocciosa, il sentiero compie alcuni tornanti a sinistra. Si prosegue poi nuovamente verso nord-ovest su terreno di pendenza moderata. Raggiunto un grosso caratteristico masso ci si appoggia a sinistra su chine erbose e si segue un costone che tocca un primo gruppo di baite. Il sentiero prosegue dietro le costruzioni, tocca una baita isolata e in leggera salita, raggiunge un lungo pianoro. Attraversati alcuni ruscelli il sentiero si avvicina al Torrente Gura (a sinistra un tracciato secondario collega al sentiero n. 316). Si attraversano i due rami del torrente su passerelle provvisionali e con un largo semicerchio, in direzione nord-ovest, si tocca il Gias Milon (1993 m). Si superano le costruzioni e ci si dirige a destra (nord) su un sentiero che per un tratto è a lastre di pietra, al disotto di una bastionata. Giunti a quota 2120 m si piega a sinistra entrando in un lungo ripiano dove sorgono delle costruzioni del Gias Gran Pian (2132 m). Al termine del ripiano ci si volge a destra salendo il ripido costolone erboso dove è situato il Rifugio Daviso.
- timer4 ore e 30 minuti
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Il percorso parte dal Rifugio Daviso e attraversa un versante erboso con alcuni torrenti e salti a picco sul Torrente Gura. Si arriva al Ricovero Ferreri e si continua sul sentiero n.316, prestare attenzione ai tratti esposti su cenge. Dopo aver attraversato un vallone con il Rio Bramafam, si segue una cengia erbosa fino a una conca di pietrame, quindi si sale a destra superando alcune rocce per raggiungere un’altra cengia. Si prosegue verso un ampio canale fino al Passo delle Lose (2866 m), da cui si ammira il panorama. Si scende sul versante sud per il sentiero n. 316 fino alla base della bastionata sotto al colle, poi si continua attraverso pietraie, rocce e pendii erbosi fino all’Alpe Gias Piatou (2200 m). Si prende il sentiero n. 308 che segue una cresta erbosa fino a un bivio: a sinistra si scende al pianoro con il bivacco Gias Nuovo.
- timer40 minuti
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Imboccando la diramazione di destra al bivio presso Alpe Gias Piatou (2200 m) con alcune serpentine su terreno ripido si giunge al Rifugio Soardi-Fassero come alternativa di sosta che richiederà poi di discendere il giorno successivo al Gias Nuovo. Dopo il riposo sarà quindi necessario ritornare sui propri passi e scendere al Gias Nuovo dove parte la successiva tappa.
- timer6 ore
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Il percorso inizia dal Gias Nuovo e attraversa il pianoro fino all’Alpe di Sea a 1785 metri. Attraversando il torrente su un ponte, si segue il sentiero n. 309 verso destra. La traccia sale tra la vegetazione bassa e prosegue verso est, evitando il Passo dell’Ometto. Da qui inizia un tratto difficile e esposto, dove è necessario fare attenzione ai possibili distacchi di rocce. In caso di cattive condizioni meteorologiche, è sconsigliato percorrere questo passaggio a rischio di scariche d’acqua e pietrame.
Dopo, si prende il sentiero n. 310 sul terreno morenico, puntando alla base del versante nord della Punta Rossa. Il sentiero conduce su una cengia stretta vicino a un basso salto strapiombante. Si prosegue attraversando la parete con saliscendi, superando creste e canali fino a raggiungere il Ghicet di Sea.
Dopo aver attraversato un canale e una gola, si arriva a un valico a 2750 metri tra la Punta Rossa a sud e l’Albaron di Sea a nord/ovest. Si scende verso sud/ovest seguendo il sentiero n. 226, mantenendosi a destra di un canale di pietrame dove scorre il Rio della Ciamarella. Attraversato il canale, si raggiunge il pittoresco Piano della Ciamarella e si prosegue fino al Rifugio Città di Ciriè a 1860 metri, passando per l’alpeggio omonimo.
- timer5 ore
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Partendo dal Gias Nuovo si percorre fino in fondo il lungo pianoro; si discende in mezzo ad una bassa vegetazione e si raggiunge l’Alpe di Sea (mt. 1785) Ore 1.30. Si attraversa il torrente su di un ponte e ci si dirige a destra (sentiero 309); si percorre una traccia che sale in mezzo ad una bassa vegetazione. Si prosegue salendo a mezza costa, verso est, e si segue la traccia che sale a sinistra verso il Passo dell’Ometto. Raggiunto il Passo si intraprende la discesa che in breve raggiunge il bivacco Molino ove possibile sostare per suddividere in due giornate la tappa di variante.
- timer6 ore e 30 minuti
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Il percorso inizia dal rifugio e attraversa una strada sterrata, attraversa un ponte di legno sopra la Stura e passa accanto all’Alpe Venoni. Il sentiero n. 222 sale attraverso il Canale delle Capre e raggiunge il Pian dei Morti, offrendo una vista panoramica. Dopo aver lasciato il sentiero n. 223, si supera una paretina rocciosa e si arriva al Rifugio Gastaldi. Da qui, il sentiero n. 222 scende verso sud, attraversa il Rio Arnas e risale pendii detritici, aggirando la Rocca Affinau. Si raggiunge il Collarin d’Arnas e si prosegue verso sud sul sentiero n. 122, passando vicino al Lago Collarin. Si arriva al Bivacco San Camillo e si scende verso il Lago della Rossa. Dopo aver attraversato la diga ENEL, si continua sul sentiero n. 122, superando ripiani di detriti e arrivando al Colle Altare. Da qui si scende verso sud/est attraverso un canalone di detriti, passando vicino al Lago Superiore di Pera Ciaval e arrivando infine al Rifugio Cibrario a Località Pera Ciaval.
- timer5 ore e 30 minuti
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Il percorso inizia al Rifugio Cibrario e attraversa piccoli corsi d’acqua fino a raggiungere il Pian dei Sabbiunin seguendo il sentiero n. 122. Da lì, si prosegue verso l’erta china di pietrame e massi, dirigendosi verso il Ghiacciaio di Bertà e attraversando un largo costone di pietrame. Si procede lungo il ghiacciaio, quindi si scende verso il valloncello tra la Testa Sula e il Massiccio Lera-Sulè, arrivando infine alla base del pendio che precede i ripiani del Col Sulè a 3063 metri di altezza. Dopo aver attraversato l’opposto versante e un valloncello nevoso e detritico, si segue una mulattiera che conduce a valle lungo il sentiero n. 122, che poi devia verso il Colle dell’Autaret. Successivamente, si continua in discesa sul sentiero n. 111A lungo il ripido versante della Punta Sulè, passando sotto una muraglia rocciosa e superando vari torrentelli come il Rio Costan, il Rio Avril, il Rio del Fort e il Rio Cavalla Nera. Il sentiero sale diagonalmente verso sud, attraversa un crestone e raggiunge infine il Rifugio Tazzetti al Fons Rumour a 2642 metri di altitudine.